Iniziare dall'inizio
Chi visita questo sito per la prima volta si sarà fatto una serie di domande, del tipo: perché? cosa? come? quando? Domande più che legittime, ma non è ancora arrivato il momento di svelare tutto :)
Per il momento inizio a darvi qualche spunto su cui far lavorare la fantasia... quant'è bella la fantasia! Sulla fantasia però ci troveremo in un altro momento.
Intanto, iniziare dall'inizio è sempre un buon inizio.
Avrete sicuramente visto la foto del portone che qui vi riporto. Chi conosce me, la mia famiglia, o chiunque sia un Serrastrettese, riconosce quel portone. Si tratta di un antico portone in legno dal quale si accede al palazzo Talarico, dimora storica del fu notaio Don Angelo Talarico.
All'interno di questo palazzo, al secondo piano, si trova la casa che era abitata dai miei nonni paterni: Felice (Monna) e Lugia, da sempre chiamata Luigina. Mio padre non nacque in questa casa, ma vi si trasferirono subito dopo. Quella casa però da sempre rappresenta la casa di famiglia.
Ci sono mille ricordi legati a questa casa, ma ce n'è uno in particolare che mi torna in mente ogni volta che passo o penso a questa casa: quel portone aperto e mia nonna che dal ballatoio delle scale ci salutava finché non eravamo ormai fuori visuale, con il caldo, con il freddo, con la luce o con il buio, sempre.
Mentre mio padre cresceva in quella casa su al Timpone (zona alta del paese), al Bivio Zeta (al confine con il paese) in una località chiamata San Giovanni, precisamente al Casino Scalise, nacque mia madre.
A differenza della casa dei nonni paterni sempre abitata, il casino, casa di mia nonna materna, ha purtroppo dovuto fare i conti con una terribile alluvione che decretò, con il passare del tempo, il suo abbandono.
In questa foto però si riesce ancora a vedere qualcosa, si riesce ancora ad intuirne la forma. Io che di fantasia ne ho sempre avuta molta, a volte anche troppa, riesco a vederlo in tutto il suo splendore, nelle parole rimaste nella memoria dai racconti dei miei nonni materni, Giovanni e Francesca "Franca", nei ricordi degli zii che come mia madre vi sono nati e per un po' anche cresciuti perché si recavano spesso per stare con i nonni.
Ogni volta che mia nonna Franca parlava di storie di famiglia connesse al casolare i suoi profondi occhi neri si illuminavano, ed in quel nero brillante si riflettevano le immagini che ho fatto mie per sempre.